Back

Giorno della Memoria 2020: Ricordare, un dovere morale. Significato e riflessioni sulla data del 27 gennaio.

Giorno della Memoria 2020: Ricordare, un dovere morale. Significato e riflessioni sulla data del 27 gennaio.

23 January 2020

POLO MUSEALE DELLA PUGLIA

MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI ALTAMURA

 

GIORNO DELLA MEMORIA 2020:

RICORDARE, UN DOVERE MORALE

SIGNIFICATO E RIFLESSIONI SULLA DATA DEL 27 GENNAIO

 

Lunedì 27 gennaio ore 11.30

 

Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, istituito dal Parlamento italiano con la legge n. 211 del 20 luglio 2000. La data è stata scelta, come ricorda la legge stessa, quale anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, in ricordo della Shoah, lo sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Per commemorare il 74° Giorno della Memoria, lunedì 27 gennaio 2020 dalle ore 11.30, presso il Museo Nazionale Archeologico di Altamura, in collaborazione con il Liceo Scientifico Federico II di Svevia e il VI Circolo Don L. Milani, avrà luogo la manifestazione commemorativa “Giorno della Memoria 2020: Ricordare, un dovere morale. Significato e riflessioni sulla data del 27 gennaio”.

Durante la manifestazione, la professoressa Vita Palmiotta, intervistata da uno studente, racconterà del suo recente viaggio ad Auschwitz e illustrerà alcune foto. A seguire la lettura di alcune pagine tra le più significative della nutrita antologia letteraria italiana e straniera, e del libro di Elisa Springer “Il silenzio dei vivi. All'ombra di Auschwitz, un racconto di morte e di resurrezione”.

In sottofondo le musiche della tradizione ebraica.   

"Non è colpa né merito, nascere di religione ebraica, cattolica o protestante; nascere di razza bianca o nera. Siamo tutti figli di Dio, di un unico Dio, quel Dio che a me è stato negato e che, nonostante tutto ho sempre disperatamente, cercato!”

(Elisa Springer) 

Torna all'inizio del contenuto