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LA FONDAZIONE PINO PASCALI CELEBRA IL MESE DELLA MEMORIA

LA FONDAZIONE PINO PASCALI CELEBRA IL MESE DELLA MEMORIA

04 February 2020

LA FONDAZIONE PINO PASCALI CELEBRA IL MESE DELLA MEMORIA
 

Sabato 15 febbraio alle 17.30, la storica dell’arte Christine Farese Sperken racconta l’artista Charlotte Salomon

 

Si svolgerà il 15 febbraio 2020 alle ore 17,30, la conferenza Charlotte Salomon (Berlino 1917 – Auschwitz 1943), a cura della storica dell’arte Christine Farese Sperken. L’iniziativa è nell’ambito del Mese della Memoria, nata nel 2009 e promossa da I Presìdi del Libro interamente dedicata al tema della Shoah. In tutta la Puglia, seminari, laboratori, concerti, incontri, mostre, reading e spettacoli teatrali per un mese all’anno a partire dal 27 gennaio (Giorno della Memoria), contribuiscono a mantenere desta l’attenzione su una tragedia che è parte della nostra storia.

La Fondazione Pino Pascali partecipa all’iniziativa raccontando Charlotte Salomon, una giovane artista ebrea scomparsa nel 1943 a soli ventiseianni, quando era incinta di cinque mesi. La figura di Charlotte Salomon è oggi centrale, tanto da essere protagonista anche di una conferenza presso Villa Medici – L’Accademia di Francia a Roma, come di una mostra prevista per l’anno 2020 al Castello di Rivoli, Museo d’arte contemporanea.

L’artista ha affidato il racconto di tutta la sua vita a 800 tempere circa, raccolte sotto il titolo Leben oder Theater. Ein Singspiel (Vita o Teatro. Una pièce con musica), conservate oggi presso il Museo di Storia ebraica di Amsterdam. Si tratta di un documento artistico-umano-sociale unico, semiautobiografico, che mescola finzione e realtà con una serie impressionante di riferimenti visivi, da Marc Chagall a Edvard Munch, dagli espressionisti della Brücke al cinema. Alla base c’è la tormentata storia familiare dell’artista e la tragedia degli ebrei nella Germania nazista e in tutta l’Europa.

Charlotte Salomon ha creato questa sua grandiosa opera tra il 1940 e il 1942, quando si trovava a Nizza con i nonni materni, rifugiatisi in Francia. “Ne abbia cura, questa è tutta la mia vita”, sono queste le parole con cui l’artista affidò il suo lavoro a un amico medico, che a sua volta lo consegnò all’americana Ottilia Moore, che aveva ospitato Charlotte e suo marito, Alexander Nagler, nel loro ultimo periodo prima di essere arrestati dalla Gestapo e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz.

Christine Farese Sperken è docente di storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Bari. Autrice di numerosi saggi e libri, si occupa in particolar modo di pittura e scultura dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Tra le sue pubblicazioni più recenti figurano: Giuseppe De Nittis, da Barletta a Parigi (2007), La scultura monumentale in Puglia nell’Ottocento e Novecento (2008), Centrosei. Storia di una Galleria (2012), La pittura dell’Ottocento in Puglia (2015) e i saggi La cancellata di Giuseppe Capogrossi (2013), Amerigo Tot e il suo rapporto con l’Università degli Studi di Bari (2013) e Il nero nell’arte sacra contemporanea (2014).

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