Oria  72024  (BR) , Oria, Via Annibale Maria di Francia n. 32 

Complesso del Santuario di Sant'Antonio da Padova - chiesa

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Il Santuario sorge sul sito di una antica chiesa rupestre edificata intorno al IX secolo all'interno di una grotta dai monaci italo greci. Successivamente fu insediata dai Benedettini, che la dedicarono al culto di San Mauro. Tra il 1664 e il 1665 fu costruita la chiesa, concessa nel 1758 ai Padri Alcantarini che adibirono la grotta ad uso di cripta funebre, destinata a contenere le ossa degli stessi frati.
La chiesa, oggetto insieme al convento di numerosi rifacimenti, presenta oggi una facciata in stile tardo-barocco con rosone centrale ed è a tre navate con volte a crociera. La navata centrale si collega alle laterali attraverso cinque arcate a tutto sesto; il catino absidale contiene un'edicola con la statua di Sant'Antonio. La navata destra ospita gli altari di San Michele Arcangelo, dell'Addolorata, di San Mauro (con la pregevole statua lignea del XVII secolo) e dell'Immacolata; la navata sinistra è occupata dagli altari di Sant'Annibale Maria Di Francia, di Santa Teresa di Lisieux, di Padre Pio, di San Giuseppe e del Cuore di Gesù. All'entrata, nelle nicchie a sinistra e a destra, le statue settecentesche in legno di San Pietro d'Alcantara e San Pasquale Baylon. Il pulpito in noce, l'armadio e il bancone della sagrestia sono opera delle maestranze della “Scuola di Arti e Mestieri” dei ragazzi dell'orfanotrofio.
Dall'interno si accede alla cripta di San Mauro dove si possono ammirare, dietro il piccolo altare, gli affreschi del X-XI secolo raffiguranti San Mauro, Cristo coronato di Spine e la Madonna del Melograno. Il Santuario, consacrato nel 1940 a Sant'Antonio da Padova, è noto anche con la più antica denominazione di “San Pasquale”, legato alla devozione degli Alcantarini a San Pasquale Baylon.
La chiesa del XVII secolo presentava massicce volte di tufo sorrette da mura e ampi pilastri uniti tra loro da archi a tutto sesto. Con la ristrutturazione, nel 1932, a seguito del rifacimento del pavimento e del completamento delle due navate laterali, l'accesso alla cripta venne spostato dal centro sotto la prima arcata della navata principale. L'attuale scala si congiunge ai gradini ricavati nella roccia facenti parte della primitiva scala d'accesso. Con la costruzione del convento francescano, iniziata nel 1761, la chiesa preesistente venne inglobata nel nuovo complesso. Gli Alcantarini nel 1783 fecero ornare le cornici dei pilastri su tutti i lati. Furono progettate anche le due navate laterali ma non vennero realizzate: il lato che si affaccia sul portico interno fu adibito a stanzette per i lavori dei frati, mentre l'altro venne diviso in stanzette per ripostigli o magazzini. Fu prolungata la chiesa sul davanti, costruendo anche un coro sufficiente a contenere tutti i frati. La chiesa fu ultimata nel 1798 e dedicata a San Giacomo ma i lavori del presbiterio continuarono fino agli inizi del 1805. Una grande tela di San Mauro venne posta al centro dell'altare maggiore, mentre ai lati furono costruite due nicchie per ospitare la statua lignea di San Mauro, commissionata dal Canonico Riccardìa, e di San Pasquale Baylon, copia di quella della Basilica Vaticana. Dopo un sommario risanamento della chiesa nel 1910, dal 1922 in poi furono realizzate numerose modifiche radicali che hanno conferito alla chiesa l'attuale fisionomia: il pavimento fu abbassato di circa un metro e rifatto in pietra di Trani, furono aperte le navate laterali e creato ex novo l'abside con una calotta sostenuta da sei colonne doriche anch'esse in pietra di Trani. Nelle lunette laterali della navata centrale fu realizzato dal pittore aquilano Giuseppe Scarlattei (1886-1962) un ciclo di affreschi ispirato alla vita di Sant'Antonio da Padova: da notare che, nel quadro di Sant'Antonio che distribuisce il pane, sono ritratti Fratel Giuseppantonio Meli e Suor Maria Elisabetta Paradiso, allora superiora delle Figlie del Divino Zelo di San Benedetto. Le vetrate policrome furono eseguite dai maestri vetrai Pizzirani di Bologna: sull'abside, Gesù in mezzo agli apostoli in un campo di grano; lungo le navate i dodici apostoli ispirati ai disegni di Carlo Maratta (1625-1713) sui quali vennero eseguite le statue della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.
Il vecchio coro dei frati fu trasformato in cantoria dotata dell'attuale organo a canne recentemente restaurato. Anche la facciata subì alcune modiche: fu realizzato un nuovo portale in pietra di Trani e il finestrone barocco venne sostituito con un rosone. Le statue degli evangelisti furono rimosse perché gravemente logorate così come fu abbattuto il piccolo campanile posto a lato dell'edificio per essere rimpiazzato, nel 1967, dall'attuale campanile.
Dopo quattro anni di intenso lavoro, la chiesa venne inaugurata il 6 Ottobre 1932. I lavori tuttavia continuarono anche nel 1934 con la decorazione dei capitelli e dei cornicioni con lamelle dorate ad opera di Raffaele Pavoni e terminarono nel 1940 con la sistemazione della sacrestia e degli altari dedicati all'Addolorata e a San Giuseppe. Risale al 1989 la realizzazione dell'ambone, della sede e dell'altare maggiore.
Attualmente, il complesso è occupato dai Padri Rogazionisti il cui fondatore - il beato Padre Annibale Maria di Francia - giunse in Oria nel 1908. Da allora la chiesa fu ampliata. Nel 1947 la chiesa diventò Santuario e fu dedicata a Sant'Antonio.

Data ultimo aggiornamento: 24/09/2018

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