Conversano  70014  (BA) , Largo Cattedrale 

Cattedrale di Santa Maria Assunta

La Cattedrale, dedicata alla vergine Assunta è monumento nazionale dal 1897. La fabbrica, nella sua struttura definitiva, sarebbe stata iniziata e condotta a termine dal vescovo d'Itri negli anni tra il 1359 e il 1373. In loco è verosimile preesistesse una chiesa di proporzioni piu' modeste ad un livello notevolmente inferiore all'attuale, in corrispondenza del livello stradale del tempo: di questo edificio ecclesiale furono intercettati, durante i lavori di sterro eseguiti nel 1926, avanzi cospicui di un'abside affrescata rozzamente, databile (non senza problematicità) al V secolo d.C. L'operato del vescovo Pietro d'Itri è commemorato dalla lapide del 1359 ancora leggibile sulla facciata principale, alla destra del portale.
Nel 1431 il vescovo Antonio Domininardi eresse, all'interno dell'edificio, una cappella in onore di S. Antonio Abate (con l'originale volta ogivale), che attualmente è adibita ad ufficio parrocchiale; nei secoli successivi, il complesso fu oggetto di ulteriori modifiche. Tra il XVI e il XVII secolo furono costruite nove cappelle laterali, riccamente decorate con ori, stucchi e colonne. Il vescovo milanese Filippo Meda fece realizzare una maestosa struttura lignea per l'altare maggiore (che conosciamo soltanto attraverso vecchie foto), l'allargamento del coro, i dipinti barocchi e arabeschi sulla volta. Anche il matroneo scomparve dietro la volta intonacata ed abbellita di stucchi. Alla fine del XIX secolo, l'architetto Sante Simone propose un progetto di ripristino che ambiva a cancellare le aggiunte barocche, riportando alla luce le primitive forme romaniche. Il progetto naufragò di fronte alla decisa opposizione ecclesiastica e popolare, ancorata alle appariscenti suggestioni dell'impianto decorativo barocco. Tuttavia un terribile incendio nella notte tra il 10 e l'11 luglio del 1911 distrusse completamente l'interno della chiesa, lasciando in piedi solo le mura laterali, la facciata principale e quella absidale. L'allora vescovo mons. Lamberti riuscì a portare in salvo l'icona della Madonna della Fonte (protettrice della città e della Diocesi di Conversano) e un grande crocifisso ligneo, oggi collocati rispettivamente nella navata sinistra e destra della chiesa. I lavori di ricostruzione successivi all'incendio, riportarono alla luce, per quanto possibile, le linee sobrie ed eleganti della struttura romanica originaria. Le facciate laterali, distrutte, vennero ricostruite ex novo, con l'inserimento di alcune sculture di antica datazione e rifacendo "in stile" tutto l'apparato murario in pietra scolpita secondo la cultura del restauro inteso come ripristino d'inizio secolo.
La Cattedrale, nella sua configurazione attuale, rivolge le absidi ad oriente; vi si accede attraverso tre portali lungo la facciata principale, due lungo quella laterale settentrionale ed altri due su quella meridionale. La pianta della chiesa è a croce latina senza absidi estradossate, ma racchiuse da un muro rettilineo. La facciata è tripartita: il portale maggiore, o “porta magna”, è costituito da un protiro con leoni stilofori che, per mezzo di due mensole troncopiramidali con base rovesciata, scolpite a fogliame, poggiano su due colonnine tortili, sicuramente di reimpiego (queste colonnine nei rilievi del Simone, sarebbero state aggiunte agli inizi del XX secolo).
I leoni sorreggono due colonnine lievemente rastremate verso il basso, terminanti con capitelli a cestello scolpiti a fogliame. Da essi parte il protiro con culmine a cuspide, in corrispondenza dell'Agnus Dei, di cui la copia originale si trova nel transetto. Nella parte alta il protiro sembra sorretto da altri due leoni, più piccoli: quello di sinistra trattiene una figura umana, simbolo del peccato originale, quello di destra imprigiona fra gli artigli una testa di agnello, simbolo dell'uomo, vittima del peccato. L'archivolto è composto da tre semicerchi: il primo, quello più esterno, è adornato da foglie di acanto; il secondo, il centrale, è adornato da figure zoomorfe alternate a figure vegetali; il terzo ed ultimo, quello interno, è adornato da tredici mezzi busti, verosimilmente i Dodici Apostoli al cui centro si trova Cristo. Nella lunetta è raffigurata la Madonna con il Bambino affiancata da due angeli con incensieri. Passando ai portali laterali minori, il primo sulla sinistra è quello di San Giorgio, detto guidoncineo o dei pellegrini. Questo portale è caratterizzato dall'immagine di San Giorgio a cavallo che trafigge il drago. L'altro portale, di destra, è quello di San Pietro, detto del giudizio o del paradiso: esso presenta un protiro costituito da due piccoli leoni stilofori su cui terminano dei capitelli scolpiti a traforo e scalpello con archivolto ad arco acuto; al di sopra è posizionata la statua di San Pietro.
Passando ai rosoni, i due laterali sono risalenti al restauro fatto da Luigi Sylos, decorati a scacchiera e con temi floreali; il rosone centrale è in parte ricostruito e conserva una serie di archetti lobati e colonnine; al centro si colloca l'agnello con la croce. Il tutto è databile al XX secolo. Di epoca medievale sono invece le cornici del rosone centrale, decorate con foglie dalle grosse nervature ed i busti umani raffiguranti anche teste quasi a tutto tondo.
Per quanto riguarda il tetto, esso appare a capanna, frutto dei lavori di restauro ultimati intorno agli anni trenta; prima dei restauri appariva a gradoni.
All'interno la chiesa si suddivide in tre navate; gli archi laterali, quattro per ogni lato, sono archi a tutto sesto, sorretti da pilastri cruciformi; l'arco trionfale è a sesto acuto. Al di sopra degli archi laterali corrono i matronei, attualmente non calpestabili: sono composti da ben sedici colonne con rispettivi capitelli, questi ultimi l'uno diverso dall'altro.
Nell'abside sinistra del transetto si scorge un mirabile affresco della scuola del Simone Martini (presentazione da parte del vescovo Pietro D'Itri della Cattedrale alla Vergine in trono, a sinistra della Vergine viene raffigurato San Cristoforo, alla destra il Papa; al di sopra di questa scena Dio uno e trino contornato da una schiera di angeli festanti).

Data ultimo aggiornamento: 24/09/2018

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Notizie Storiche

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    Unità Topografica (UT): unità minima che concorre a definire un Sito. La definizione si applica a qualsiasi tipo di evidenza archeologica e architettonica, in qualsiasi stato di conservazione, che risulti coerente per categoria, funzione e ambito culturale di riferimento. Alcuni possibili esempi di UT sono: una torre costiera, una casa padronale all’interno di una masseria, una domus all’interno di una città romana, una tomba all’interno di una necropoli, un battistero o una chiesa o un campanile all’interno di un complesso episcopale.
    Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
    BABIU002040

    Interpretazione

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    Tipologia
    Cattedrale
    Categoria
    Struttura per il culto
    Funzione
      Tipo di evidenza
      Strutture
      Stato di conservazione

        Cronologia

        Informazioni sugli estremi cronologici del bene
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              CAT (mappe o mosaici catastali)
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              Rilievo da foto aerea senza sopralluogo
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