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La chiesa sita in Via Arpi fu ricostruita nel 1748, in epoca moderna apparteneva ai Fatebenefratelli ed era intitolata a Santa Caterina; l'attuale denominazione, già nota popolarmente per via del fondatore dell'ordine, fu conferita ufficialmente in occasione della riconsacrazione avvenuta nel 1932, seguita ai lavori di restauro resi necessari a causa dei lunghi decenni di abbandono (la chiesa era rimasta chiusa tra XIX sec. e primi decenni del XX secolo). La facciata, con paramento esterno in conci di pietra locale, è caratterizzata da un movimento ad onda creato dalla successione di superfici concave e convesse. E' divisa in due ordini da un cornicione marcapiano: quello inferiore è scandito da quattro lesene che inquadrano il portale sormontato da un timpano curvilineo che racchiude un bassorilievo con i simboli di santa Caterina (ruota dentata e palma del martirio). Il registro superiore ospita un finestrone sagomato sul quale campeggia lo stemma dei Fatebenefratelli (melograno sormontato dalla croce). Il fastigio è animato da pinnacoli.
L'edificio ha impianto longitudinale a navata unica; sull'altare si trova un dipinto raffigurante la Madonna che presenta Gesù Bambino a san Giovanni di Dio, mentre sulle pareti vi sono tele dipinte da Vincenzo De Mita: due sante, san Francesco da Paola, l'arcangelo Raffaele. Adibito attualmente ad auditorium, è in uso all'adiacente Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Foggia.
La chiesa era parte di un complesso conventuale che, dopo l'unità d'Italia fu trasformato in ospedale civile. In anni recenti è diventato sede dell'Università: in occasione degli ultimi lavori di restauro sono emerse tracce strutturali delle antiche fabbriche conventuali.
Dalle Memorie del canonico Gerolamo Calvanese (manoscritto databile tra 1720 e 1730) è nota l'esistenza di una epigrafe (perduta) con la dedica a Santa Caterina e la data 1619. Sembra che essa sia sorta sul sito della chiesa medievale dello Spirito Santo; quest'ultima, annessa all'omonimo monastero, è documentata nel 1227: da un documento del 1310 risulta grangia del monastero cistercense di Santa Maria di Ferraria. Dalla relazione dello stesso Calvanese, per la Santa Visita del 1694, risulta che all'inizio del XV sec., presso questa chiesa fu trasferito l'ospedale per i poveri infermi (sito in precedenza presso la chiesa dell'Annunziata). Dalla stessa relazione si evince che essa era, nel frattempo, stata intitolata a Santa Caterina.
Data ultimo aggiornamento: 24/09/2018